Quando si hanno i sintomi, bisogna consultare il proprio medico di famiglia, il quale indicherà il percorso da seguire. Per affrontarlo è necessario continuare a mantenere il proprio stile di vita senza provvedere autonomamente a dei cambiamenti, altrimenti nelle varie fasi di accertamento, c'è il rischio di essere considerati dei falsi positivi. Soltanto dopo la diagnosi di celiachia si può procedere con una dieta senza glutine.
Se non viene diagnosticata in tempo ed adeguatamente curata, la celiachia può condurre a fenomeni molto gravi soprattutto in giovane età (celiachia tipica).La progressiva distruzione dei villi intestinali, infatti, conduce a malattie importanti e talvolta irreversibili come infertilità, aborti ripetuti, arresto della crescita, ipotiroidismo, alopecia, diabete e tumori intestinali.La celiachia, inoltre, può associarsi ad altre malattie autoimmuni come l'artrite remautoide. La conseguenza è un’infiammazione che danneggia il rivestimento dell’intestino stesso provocando gravi danni alla mucosa intestinale quali l’atrofia dei villi intestinali, e ostacolando l’assorbimento di alcuni nutrienti essenziali.
E' buona cosa effettuare dei contolli ripetuti, quindi rifare le analisi del sangue a distanza di sei mesi dalla scoperta della diagnosi. In particolare, ogni anno andrebbe ripetuto l'esame degli anticorpi: l'antiglutaminasi. In questo modo si può valutare come procede la dieta senza glutine. Se risulta tutto negativo, vuol dire che si sta procedendo bene, ma allo stesso tempo ciò non vuol dire che la celiachia sia scomparsa. Essa rimarrà a vita e l'unico rimedio che si ha, è mangiare senza glutine. Non sarà necessario ripetere i test genetici e neanche la gastroscopia.
I prodotti senza glutine hanno un costo superiore rispetto ai corrispettivi con glutine. Lo Stato, quindi, eroga dei buoni da utilizzare nelle farmacie e nei negozi convenzionati. Sono da richiedere alla ASL e spendibili solo nella propria regione.